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iacopozetti
Messaggi : 5
Data di iscrizione : 08.04.20

Produzione e consumo locale Empty Produzione e consumo locale

Sab Apr 11, 2020 6:11 pm
Cosa dovremmo imparare dal COVID 19
Leonardo Galli

In questo momento di grave difficoltà, la natura ci ha offerto la possibilità di riflettere fermandoci ed arrestando ciò che solo fino a due mesi fa sembrava inarrestabile ed irrealizzabile.
La natura ci sta mostrando la sua straordinaria capacità di resilienza, riappropriandosi velocemente di spazi che le erano preclusi dalla frenetica attività dell’uomo.
La presenza di animali selvatici nei parchi delle grandi città, le acque insolitamente limpide dei canali di Venezia, il silenzio che ci permette di ascoltare suoni che pensavamo essere scomparsi.
Le impressionanti (ma prevedibili) immagini della diminuzione di inquinanti in atmosfera nella Pianura Padana a seguito della riduzione dell’attività antropica.
Tutto questo ci dimostra ancora una volta che niente potrebbe essere perduto se sapremmo trarre degli insegnamenti da ciò che stiamo vivendo e ci dimostra anche quanto la distruzione della natura e del pianeta stesso siano diretta responsabilità dei comportamenti dell’uomo.
Questa emergenza sanitaria avrà ricadute economiche e sociali che si manifesteranno nel breve e nel lungo periodo, ma potrà e dovrà essere l’occasione per rivedere quei modelli e quei
comportamenti che non sono più sostenibili e garantire un futuro migliore ai nostri figli ed ai nostri nipoti.
Dal punto di vista alimentare, per esempio, ciò che ora è una necessità dovrebbe diventare consuetudine.
La possibilità di approvvigionarsi localmente porta ad una riduzione dell’impatto ambientale legato ai trasporti sulle lunghe distanze, contribuisce a riportare i consumi verso prodotti del territorio e, di conseguenza, rivitalizza l’economia locale.
Questi aspetti, presi singolarmente, possono diventare opportunità per diversi motivi:

  • mettere in moto un circuito di economia sostenibile porta reddito e benessere sul medio lungo periodo a realtà medio piccole che sono state estromesse dai flussi di consumo, ormai appannaggio della distribuzione organizzata;
  • ridurre l’impatto ambientale causato dal trasporto su lunghe distanze di prodotti alimentari non autoctoni e stagionali, il cui consumo è guidato quasi sempre da logiche di marketing e trend modaioli;
  • contribuire a contenere il grave problema dello spreco alimentare, con la possibilità di approvvigionarsi in maniera proporzionale alla proprie esigenze e mettere in atto meccanismi di recupero snelli ed efficienti;
  • favorire un consumo consapevole ed una corretta educazione alimentare, grazie al contatto diretto con il produttore che assume anche il ruolo di divulgatore.
  • contribuire a creare posti di lavoro a causa di una maggiore domanda a livello locale.

E’ evidente che ricreare un nuovo equilibrio fra Uomo e Natura, alterato da un uso sconsiderato delle risorse che il pianeta ha reso disponibili, rappresenta l’unica possibilità di sopravvivenza della specie umana ed i tragici eventi, dei quali siamo in questi giorni tristemente testimoni, potrebbero essere solamente i prodromi, davanti ai quali non possiamo più far finta di niente.
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Vanni
Messaggi : 2
Data di iscrizione : 11.04.20

Produzione e consumo locale Empty Prova di risposta

Lun Apr 13, 2020 12:37 am
Provo di nuov a mandare una risposta

Vanni

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Vanni
Messaggi : 2
Data di iscrizione : 11.04.20

Produzione e consumo locale Empty Ci riprovo

Lun Apr 13, 2020 12:46 pm
Provo a riscrivere il messaggio che avevo mandato ieri e che il sistema mi ha misteriosamente cancellato (spero che non lo faccia spesso altrimenti il forum va abbandonato).
Mi associo alla risposta di Carlotta per quanto riguarda il riferimento al Distretto biologico come luogo fondamentale per portare avanti il nostro dibattito. I contenuti fin qui proposti provengono da persone che stanno anche dentro l'Associazione distretto biologico: Giovanni Crescioli che ha gia' fatto proposte per il PET, Leonardo che e' coordinatore di un Gruppo di lavoro, Stefania che collabora permanentemente con il Consiglio, Carlotta stessa, Silvia o il sottoscritto.
Alla fin fine, il Distretto e' nato non solo e non semplicemnete come strumento per gli agricoltori, ma ha obiettivi ancora piu' ambiziosi che si traducono nello slogan adottato: "un nuovo stile di vita per Fiesole", che e' poi lo stesso che potremmo usare per questo nostro dibattito.
E' vero che finora questi temi nel dibattito dell'associazione non sono emersi molto, per diversi motivi, oltre a quelli illustrati da Stefania: l'associazione e' stata assorbita da adempimenti, regolamenti, adesioni ai progetti regionali, aspetti anche burocratici che hanno per adesso indebolito la sostanza; gli agricoltori hanno piu' difficolta' ad affrontare temi "ideali" ed alcuni di loro vedono solo l'aspetto economco.
Pero' credo che sia il momento di rilanciare, di dare spazio ai cosiddetti cittadini che nel Distretto sono numerosi e potrebbero aumentare, e di allargare veramente lo spazio di intervento al territorio.
Per adesso vedo come problema forse il fatto che questo nostro gruppo e' abbastanza legato anche all'Associazione CPF e quindi ha una connotazione diciamo così politica che incece il Distretto non dovrebbe avere, ma e' un'impasse che dobbiamo superare. Chiariamoci su questo, per il resto i temi stanno già tutti sul tappeto e possiamo trovare anche altre persone interessate, sono convinto

Vanni


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